mercoledì 24 dicembre 2008

quello che so fare oggi è... augurarvi un grande grande...(rullo di tamburi)...


Image and video hosting by TinyPic

ciaooooooooo

domenica 14 dicembre 2008

Biscotti profumatissimi da appendere all'albero... e non!

Gnam gnam... oggi biscotti. Sono resistenti abbastanza da poter essere appesi all'albero di Natale ma talmente buoni da essere mangiati tutti subito! e non vi dico che profumo di spezie: cannella, zenzero...
ecco qui qualche passaggio:

A) crudi

Image and video hosting by TinyPic

B) cotti

Image and video hosting by TinyPic

C) una collana di biscotti (appositamente forati prima)

Image and video hosting by TinyPic

D) io e mio marito!

Image and video hosting by TinyPic

la ricetta? L’ho presa un secolo fa da non so dove, vi avverto che l’impasto deve riposare una notte intera, perciò cominciate il lavoro in serata per poter infornare l’indomani. Altra avvertenza: io ho raddoppiato le dosi e ho ottenuto una quantità esagerata di biscotti: 28 grandi e 35 piccoli!!! Quindi, se non avete un esercito da sfamare, seguite pure queste dosi:

50 g di zucchero
1 uovo
60 g di burro a temperatura ambiente
70 g di miele
scorza di arancia grattugiata
un pizzico di sale
250/300 g di farina
mezzo cucchiaio di zenzero in polvere
mezzo cucchiaio di cannella in polvere

PROCEDIMENTO: impastare a lungo con il frullino elettrico lo zucchero e l’ uovo. Aggiungere il burro e farlo sciogliere bene, poi il miele (sciolto prima in un pentolino) la scorza grattugiata dell’arancia e un pizzico di sale. Aggiungere a poco a poco la farina, la cannella e lo zenzero. Impastare ancora ( ad un certo punto mettete da parte il frullino e usate le mani).
A questo punto ci vuole pazienza perché l’impasto deve riposare una notte, avvolto nella pellicola trasparente.
L’indomani mattina, con il matterello, stendere l’impasto e con le formine creare tanti biscotti. Se volete appenderli, bucateli adesso. Mettere in una teglia, sulla carta forno, quindi infornare in forno preriscaldato a 180° per circa 10 minuti. Non cuocere troppo.
Ovviamente potere decorarli come volete, io li ho lasciati "nature"... tanto finiscono subito lo stesso!

bye bye, vado a fare una scorpacciata... :-)

giovedì 11 dicembre 2008

PERLINE: orecchini!

...quello che sapete è che sono sparita solo per qualche giorno, ma come ha detto qualcuno "a volte ritornano"... e io sono ritornata con una novità! anzi due paia: orecchini!
ok, ok, quello che ho fatto può farlo anche una bambina di sei anni, ma vuoi mettere la soddisfazione di chi fa i suoi primi orecchini alla mia veneranda età?
e così mi gongolo delle mie nuove creazioni! ecco i primi:

Image and video hosting by TinyPic

Volete sapere come si fanno? è faaaaaaaaaacile!
1) andare in un negozio di hobbistica o similare (io ho trovato i gancetti in un negozio di cinesi!) e comprare delle monachelle per orecchini
2) a casa, tagliare dei pezzetti di fil di ferro della lunghezza desiderata e piegare (sempre dai cinesi ho preso delle pinze adatte) un estremo.
3)Infilare le perline: le mie le ho tolte da un bracciale per me troppo stretto -doveva essere di una bambola- trovato per strada a Pavia. Se non avete il tempo di fare un salto a Pavia per trovare pure voi un braccialetto a terra, comprate delle perline e usate quelle (mamma come sono spiritosa)..........
4) agganciare l'altro estremo del fil di ferro al gancio e chiudere
5) indossare!
belli?

Allo stesso modo (stavolta le perline ho dovuto comprarle...) ho fatto questi altri per abbinarli ad un maglione che ho comprato lo stesso giorno:

Image and video hosting by TinyPic

ciaooooooooo

domenica 23 novembre 2008

Esmeralda!


Quello che so oggi è che posso considerarla finita!
la mia Esmeralda può spiccare il volo per andare dal suo principe lontano e danzare con lui per tutta la notte...
È realizzata in fimo e i capelli sono di lana nera.







Image and video hosting by TinyPic



dal vivo è più bella e mi ritengo soddisfatta (ogni scarrafone...), e sto già provando ad immaginare la prossima creatura, anche perchè ho un bel tessuto beige che vorrei utilizzare e delle bellissime foglie autunnali...


uh! e la Nike di Samotracia sarà mica una lontana parente? non sono certo i tratti del viso, ma direi che qualcosa di familiare c'è...?

Image and video hosting by TinyPic



ciaoooooooooooo

mercoledì 19 novembre 2008

Calamita con fatina sull'anguria

L'estate è ormai lontana e oggi ho indossato il primo cappellino di lana della stagione. Freddo cane, soprattutto se sfrecci in bici alle 7.30 del mattino per non arrivare tardi a lavoro!
Nonostante tutto mi piace ricordare l'estate e con essa l'anguria, il mio frutto preferito. Che bontà! mentre vi mostro questa calamita che ho realizzato in fimo (piccola piccola), mi consolo preparandomi una cioccolata calda...

Image and video hosting by TinyPic


ciao!

lunedì 17 novembre 2008

Elefantino- portachiavi

Quello che so oggi è che la giornata lavorativa è stata particolarmente lunga e pesante. Prevedo altri due giorni simili, fatti di mille impegni, e dopo, forse, potrò dedicarmi a qualcosa di rilassante.
Oggi vi mostro un portachiavi a forma di elefantino che ho fatto per il mio lui.

Image and video hosting by TinyPic

domenica 16 novembre 2008

La fatina a cui sto lavorando

Quello che so è che le mancano le ali e un nome.
Quello che vedete è il risultato del mio più recente lavoro: anche questa creaturina è realizzata in fimo, una pasta sintetica che si modella come il das ma che cuoce in forno.
In fimo ho realizzato la testa, la parte del corpo visibile, le braccia e la parte inferiore delle gambe. Il resto è in carta di alluminio (stagnola :-)) rivestita.
il vestito l'ho realizzato con della maglina, ma la gonna (a ruota) è doppia: sotto ha un'altra gonna in cotone.
ecco un primo piano del viso:

Image and video hosting by TinyPic

questo invece è il vestito (non badate ai capelli, non ne aveva ancora!)

Image and video hosting by TinyPic


mi mostrerò i progressi man mano che andrò avanti!

Luna, la mia prima fatina!

Ecco la mia prima fatina: è un po' anoressica ma taaaaaaaaaanto romantica :-)
L'ho realizzata in fimo, gli occhi sono dipinti, i capelli sono di lana e l'abito, ovviamente anch'esso (a usare il pronome "esso" nel mondo sono rimasta solo io e quello della benzina) anch'esso, dicevo, fatto da me, è in raso rosa. Le ali sono in carta di riso e il nome è un omaggio al suo pallore :-)

Image and video hosting by TinyPic

in quest'altra foto l'acconciatura è diversa, ma si vede meglio il vestito:

Image and video hosting by TinyPic

ciaoooooo


Torta decorata con panna, cacao amaro e canditi

Quello che so oggi è che c'è una bella giornata di sole! mi fa venir voglia di mostrarvi la torta che ho fatto :-)

Image and video hosting by TinyPic

MMM... devo impegnarmi ancora per migliorare l'estetica, eh?
In compenso il sapore è buonissimo... per chi vuol sapere cosa c'è dentro: una torta fatta con yogurt e una crema a base di nesquik. Dietetica quanto basta per svenire, no?

Torta decorata con panna e amaretti

Image and video hosting by TinyPic

Panna, panna e ancora panna! Questo tipo di torta esteticamente mi piace un sacco, tanto che è la seconda uguale che faccio!!
Non avevo tempo per fare dei bignè e allora ho avuto un lampo di genio: gli amaretti!
un bel matrimonio, panna e amaretti :-)
Alle puriste dico che devo assolutamente migliorare nell'uso della siringa per dolci e ai "pozzi senza fondo" come me che... era troooooooppo buona!
Sotto il megastrato di panna c'è un pan di spagna farcito con crema pasticcera (al cioccolato, ovviamente!) e a panza piena vi dico che ogni scarrafone... il resto si sa!

sabato 15 novembre 2008

II cacciatore di aquiloni

Direi che LEGGERE è una cosa che so fare e che mi fa star bene. Purtroppo non leggo più tanto come un tempo, ma una cosa che faccio spesso, forse per sentire un po' mio il testo è ... riassumere, recensire, scrivere a mia volta, insomma!


E così, se ne avete voglia, mettetevi comodi perché vi voglio parlare (farò una specie di recensione, visto che sono un poco grafomane e visto che ho un po’ di tempo :-))di un romanzo che ho appena finito di leggere e che si intitola “Il cacciatore di aquiloni” dello scrittore Khaled Hosseini (un medico nato a Kabul ma che vive in California) ed. Piemme (costa € 17,50).

Il libro è piuttosto voluminoso, sono 388 pagine (25 capitoli), ma l’ho letto in 2 giorni perché è molto scorrevole ed emozionante. Certo alcune situazioni descritte mi sembrano piuttosto romanzate, ma nella sostanza mi ha aperto le finestre su un mondo quasi sconosciuto: l’Afghanistan. La storia è ambientata, infatti, a Kabul, e comincia in un’epoca in cui questa città, prima monarchica e poi repubblicana, era spensierata, fiorente cioè fino al 1978 (‘78 ci fu il colpo di stato comunista, nel ‘79 l’occupazione russa).
Il protagonista è un ragazzino di nome Amir che abita in una grande casa con il padre (Baba) e i servi: Alì e suo figlio Hassan.
Di fatto Amir e Hassan sono cresciuti insieme, ma Amir è di etnia pashtun, Hassan di etnia hazara (la cui caratteristica somatica sono i tratti del viso mongolici: da qui i soprannomi dispregiativi di “nasipiatti” ecc). Per secoli i pashtun avevano perseguitato con spietatezza gli hazara perché i primi erano sanniti, i secondi sciiti. Questo problema, apparentemente, sembra non interessare Amir e Hassan, ma è pur vero che Amir gioca con il suo amico solo quando non ci sono altri ragazzi del proprio rango.
A questo punto della lettura ho pensato a troppe analogie con libri come “L’amico ritrovato” e consideravo il seguito del libro come prevedibile. Non è così. Amir ha un carattere debole, Hassan, è più forte: lo difende, lo aiuta e paradossalmente si sottomette a ogni suo capriccio di bambino dicendo umilmente e sinceramente “Per te questo e altro”.
La passione di entrambi sono gli aquiloni. A Kabul si teneva, ogni inverno, una gara di aquiloni che consisteva in un vero e proprio scontro tra questi, manovrati dai ragazzini della città suddivisi in coppie. Man mano che gli aquiloni precipitavano, i concorrenti potevano lanciarsi alla loro ricerca in giro per la città e tenerli come reliquie. Chiaramente il più prezioso degli aquiloni era quello che cadeva nello scontro finale con il vincitore. Amir teneva tantissimo alla vincita per dimostrare a suo padre, un uomo forte e sicuro di sé, di non essere un debole e aveva dalla sua Hassan, il miglior cacciatore di aquiloni di Kabul, capace di prevedere prima di tutti dove sarebbe precipitato l’aquilone. Ebbene i due si ritrovano a gareggiare nello scontro finale contro un aquilone azzurro: con delle sapienti manovre riescono ad abbattere il nemico e subito dopo Hassan si lancia nei meandri della città per raccogliere il cimelio precipitato. Amir, appena può, corre a cercare il giovane hazara e dopo un lungo vagare lo trova in una stradina, ma non è solo: lo hanno già trovato tre ragazzacci che tempo prima Hassan aveva minacciato con una fionda.
Assef, il più spietato del trio, ha gli occhi chiari e i capelli biondi perché figlio di una donna tedesca, è un esaltato ammiratore di Hitler e odia gli hazara auspicando una pulizia etnica.
Hassan non vuole cedere ad Assef l’aquilone azzurro perché deve portarlo al suo padrone. Amir, dal canto suo, se ne sta a debita distanza e terrorizzato non interviene in nessun modo mentre Hassan viene stuprato da Assef.
Amir scappa cosciente di essere un vigliacco e ritorna nella stradina solo quando Hassan è ormai solo e sporco, col viso rigato di lacrime e tiene stretto l’aquilone. Il ragazzino non dice una parola, ma in realtà sa che Hassan ha visto tutto e non lo ha aiutato. Così rientrano a casa e Hassan con l’aquilone azzurro si gode i festeggiamenti di tutti per aver vinto la gara degli aquiloni.
Il senso di colpa, nonostante Hassan non faccia mai alcun riferimento a quell’episodio e continui a cercare la compagnia del giovane padrone e mostrarsi a lui fedele, porta Amir a compiere un’azione meschina che spinge Hassan e suo padre a lasciare la casa. Il senso di colpa però sarà sempre presente nel suo cuore anche da adulto, anche a San Francisco, dove si trasferirà con il padre (conseguentemente all’occupazione russa dell’Afghanistan), dove si sposerà e farà lo scrittore.
Un giorno, sono trascorsi 15 anni, riceve una telefonata da un vecchio amico di famiglia, Rahim Khan ,che lo vuole incontrare in Pakistan dicendogli “esiste un modo per tornare ad essere buoni”. Amir capisce che lui conosce il suo infame segreto. Prende un aereo e i due si incontrano. Rahim Khan gli parla di Hassan. Gli chiede di andare a Kabul, ormai in mano ai talebani, per svolgere un compito molto importante. Amir non vuole saperne e allora gli viene svelato un segreto che lo sconvolge e che lo convince ad andare!
Questi colpi di scena hanno sempre un certo non so che di telenovela, ma insomma nei romanzi sono frequenti ed evidentemente capitano pure nella realtà… Hassan era suo fratellastro perchè Alì non era il vero padre di Hassan!
Ormai Hassan e la moglie sono stati uccisi dai talebani ma hanno un figlio, Sohrab, rimasto a Kabul, in un orfanotrofio. Andando contro la sua solita vigliaccheria Amir decide di andare e si reca in una Kabul distrutta, ormai ridotta alla fame, alla miseria più assoluta. I talebani comandano con spietatezza e le lapidazioni si svolgono tra il primo ed il secondo tempo delle partite allo stadio. Amir scopre che l’orfanotrofio che gli è stato indicato va avanti e riesce a sfamare i tanti piccoli ospiti grazie ai pochi soldi che vengono dati dai talebani in cambio di qualche bambino di cui abusare. Quando Amir cerca Sohrab gli viene risposto che non è nell’orfanotrofio: l’ha preso un talebano (colpo di scena! è stato preso proprio lui!).
Amir riesce ad ottenere un appuntamento con il talebano in questione che porta sempre il turbante e degli occhiali scuri e tondi. Sa che forse non ne uscirà vivo. Si presenta all’appuntamento con una barba finta, perché secondo la shari’a deve averla. Ma il talebano lo smaschera subito. Gli mostra il bambino che, truccato, danza per lui, poi dimostra ad Amir di conoscerlo bene: si toglie gli occhiali e rivela di avere gli occhi azzurri: si tratta di Assef, il pazzo che aveva stuprato Hassan (colpo di scena carpiato! Osservazione 1: com’è piccolo il mondo! Osservazione 2: un talebano biondo???). Gli propone uno scontro fisico: se Amir sopravvive può portare via il bambino. Lo scontro è un massacro a senso unico perché Amir non ha mai dato un pugno ad anima viva mentre l’altro, che nella foga perde il turbante mostrando una fluente chioma bionda, sa rompergli tutte le ossa. Lo scontro finisce quando il piccolo Sohrab impugnata la sua fionda, scaglia una palla d’ottone nel viso del biondo rompendogli letteralmente l’occhio.
Amir e il bambino si allontanano lasciando il mostro in preda alle urla di dolore. La convalescenza di Amir è lunga, visto che per sopravvivere è stato sottoposto a molti interventi chirurgici e il bambino, stanco delle tragedie vissute, è sempre schivo e silenzioso. Amir decide di adottarlo e portarlo negli USA con sé ma vi sono molti intoppi burocratici. Poi dagli USA arriva la soluzione, ma il bambino non lo sa e all’idea di ritornare in orfanotrofio a Kabul tenta il suicidio tagliandosi le vene! (il lieto fine era troppo vicino?) Disperato, Amir, che non aveva mai praticato attivamente la religione, torna a credere in Allah e prega. Il bambino si salva, ed insieme ritornano a San Francisco dove la moglie di Amir li aspetta. Sono gli anni successivi all’attentato alle torri gemelle: gli USA bombardano l’Afghatistan e i talebani fuggono.
Il bambino però è sempre triste e muto. Un giorno Amir impugna un aquilone e corre per lanciarlo nel cielo. Il bambino lo segue. C’è un altro aquilone, nel cielo, e Amir lo abbatte. Il bambino finalmente sorride...

ok, lo so che nessuno ha letto tutta questa pappardella, ma magari qualche studente disperato la troverà utile! e io mi sento più leggera :-)